Conbipel è in crisi, Coin verso la chiusura di punti vendita in tutta Italia Novara 1 febbraio 2025
Ha fatto la storia dell’abbigliamento in pelle il marchio Conbipel dell’abbigliamento in pelle in Italia ma già da tempo a causa della crisi economica generale, dalla domanda in calo, dalle difficoltà nel risanare i bilanci.si trova in amministrazione straordinaria e sotto la procedura di composizione negoziata della crisi a cercare di scongiurare scenari pessimi, che raccontano di chiusure di negozi e riassetto della manodopera Il Tribunale di Asti ha avviato la procedura di composizione negoziata della crisi, lanciando da allora un chiaro allarme su circa mille dipendenti impiegati nei 130 negozi ancora aperti in tutta Italia e nella sede principale e storica di Cocconato, dove tutto è nato nel 1958. Il 4 febbraio dovrebbe tenersi un incontro con il ministero delle Imprese e del Made in Italy , con lo scopo di ottenere notizie più chiare e garanzie sul prossimo futuro dell’azienda e dei punti vendita sparsi in tutta Italia. Pare infatti che ci siano dei nuovi investitori , l’azienda lombarda Euroseta Fashion (produttrice di intimo e abbigliamento) e una società esperta di franchaising, con Invitalia ancora socia al 49% pronti ad acquisire il marchio e a far ripartire l’attività con un nuovo piano industriale Il condizionale però è d’obbligo perché intanto sono stati chiusi già due centri Conbipel e le previsioni parlano di altri 48 punti vendita pronti ad abbassare le serrande nel 2025 .e: 400 lavoratori rischiano il licenziamento, mentre gli impiegati nella sede di Cocconato potrebbero finire in cassa integrazione straordinaria. Per quanto riguarda Coin invece sono almeno 8 i punti vendita in chiusura con relativi licenziamenti di circa totale sono 92 persone . Anche in questo caso, infatti, le vendite sono in calo e l‘ insostenibilità finanziaria fa acqua Il punto vendita di Grugliasco, nel torinese, sarà probabilmente il primo a chiudere già entro questo mese .così come in un prossimo futuro molto vicino altri toccherà a due punti vendita a Roma, uno a San Donà di Piave (VE), un altro a Latina e poi Vicenza, Milano City Life e Sesto Fiorentino. L’attività del gruppo risulta in perdita e nel 2023 mostrava 87 milioni di euro di debiti bancari e 121 milioni di debiti verso i fornitori. In occasione del tavolo di crisi aperto al Mimit, lo scorso 18 dicembre i vertici aziendali hanno presentato il loro piano di riorganizzazione industriale focalizzato su tre pilastri: l’ottimizzazione dei punti vendita, attraverso una migliore gestione degli spazi, la revisione del mix merceologico e il miglioramento del servizio tramite un maggior presidio negli store del personale. I dettagli del piano industriale però sono stati vaghi edovranno essere più consistenti nel prossimo vertice in sede ministeriale, il 4 febbraio”. Finora non si sono concretizzate azoni specifiche di acquisto da parte di investitori .Secondo Il Messaggero potrebbe esserci un interesse del gruppo OVS guidato da Stefano Beraldo. Inoltre alcune banche, come Intesa Sanpaolo ed Europa investimenti, che ha acquistato circa il 70% dei crediti Coin, oltre ad advisor Alvarez & Marsal sarebbero state interessate In conclusione, la chiusura di aziende e punti vendita rischia di incidere negativamente non solo a livello economico, ma anche sociale soprattutto in un Paese come l’Italia DP
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