Da oltre due secoli gli è stato attribuito il curioso nomignolo di Paese dei Gatti, grazie ad un fatto storico avvenuto il 10 ottobre 1756. Novara, 09 ottobre 2024 Agli amanti dei gatti non può mancare una visita ad un paese che si trova a pochi passi dalla nostra adorata Novara. Si tratta di Brolo, frazione di Nonio, che conta solo 357 abitanti, ma che beneficia di uno splendido invidiabile affaccio sul lago di Orta. Da oltre due secoli gli è stato attribuito il curioso nomignolo di Paese dei Gatti, grazie ad un fatto storico avvenuto il 10 ottobre 1756. Si narra che in quella data la comunità di Brolo, molto religiosa e praticante, avesse manifestato il desiderio di indipendenza, dal punto di vista parrocchiale, dalla chiesa di San Biagio di Nonio. Il motivo, in effetti, unitamente a quello religioso, era dettato da una piccola esigenza di comodità. Il raggiungimento della chiesa di San Biagio comportava infatti l’attraversamento del Rio Veloce, all’epoca notoriamente reso difficile dalle frequenti piene. Dal canto loro, comunque, i cittadini di Brolo, avrebbero promesso di realizzare tutto quanto necessario per l’attivazione della liturgia nella chiesetta della loro frazione dedicata a S. Antonio abate, senza interventi di altri, sia materialmente che economicamente. Gli abitanti di Nonio, sottovalutando le possibilità finanziarie di Brolo, schernirono i suoi abitanti con una frase che sarebbe passata alla storia: “Quand al vien parrocchia Brol, al ratt metrà su ul friol”, ovvero: “Quando a Brolo ci sarà una parrocchia, il topo si metterà il cappello”. Contrariamente a quanto previsto dai noniesi, il 27 aprile 1767 la parrocchia di Brolo dedicata a S. Antonio abate fu resa ufficiale dalle autorità religiose. I brolesi, orgogliosi del loro operato, colsero l’occasione per rispondere alle provocazioni subite dimostrando anche il loro senso dell’umorismo. Infatti dopo qualche giorno, sulla porta delle autorità del Comune di Nonio, venne inchiodato un topolino con tanto di mantellina a complemento. Da quel fatto gli abitanti dei due paesi ebbero il loro appellativo spiritoso. Gli abitanti di Nonio sono ancora oggi chiamati “I topolini col mantello”, mentre Brolo viene indicato come “Paese dei gatti”. Brolo comunque merita attenzione anche dal punto di vista turistico perché i gatti gli hanno dato un’impronta originale molto piacevole da gustare. Oltre ad incontrare i felini numerosi in cane ed ossa, sonnacchiosi sui gradini delle case od ammiccanti per le strade del borgo, si possono ammirare le varie opere d’arte a loro ispirate. A questo riguardo è suggestiva la passeggiata lungo la Strescia dal Gat. Si scoprono piastrelle indicative di numeri civici con dipinti a loro dedicati, fioriere a forma di gatto, dissuasori in cemento su cui sono rappresentati, facciate di case o loro porzioni simpaticamente riservate a questo amato felino. Persino l’“Urlo di Munch”, l’autoritratto di Van Gogh e la Gioconda sono stati riprodotti in chiave felina. Non poteva mancare una sua rappresentazione sul cartello di benvenuto da cui un delizioso gatto vi augura una buona permanenza a Brolo. È certamente un territorio da visitare anche per la natura che lo circonda e per la storia antica che lo ha reso interessante. Da visitare è Villa Tarsis, esempio di raffinata villa palazzo costruita tra il seicento ed il settecento, elegante dimora con affreschi, balconcini in ferro battuto ed un bel giardino all’italiana. In esso le siepi di bosso sono state tagliate artisticamente per rappresentare sculture vegetali: è la dimostrazione di come l’arte raffinata e la rusticità degli ambiti alpini possano convivere raggiungendo ottimi risultati estetici. Anche nella chiesa di S. Antonio abate si trova una particolarità: un reliquiario in cui la tradizione cristiana ritiene sia conservata una scheggia della croce su cui fu crocefisso Gesù Cristo. Oltre al suggestivo belvedere sul lago d’Orta, Brolo può essere un punto di partenza per escursioni naturalistiche nei boschi circostanti sino a raggiungere il Monte Cregno, il Monte Pizzo e la candida cascata di Aqualba, formata dal fiume Qualba, che crea scenari pittoreschi. Se Nonio e Brolo sono affacciati pittorescamente sul lago di Orta, l’altra frazione di Nonio, Oira ha un contatto diretto col lago attraverso una spiaggetta ed un altrettanto minuscolo porto per l’attracco dei battelli. Dalle cave circostanti un tempo veniva estratto il serpentino utilizzato anche per la costruzione del Duomo di Milano, la Certosa di Pavia e per l’ambone della Basilica dell’Isola di San Giulio, uno dei capolavori della scultura medioevale italiana. La zona è famosa per un altro curioso fenomeno che avviene solo per alcuni giorni all’anno, quello del doppio tramonto che si manifesta quando il sole calante viene celato dal monte Castello per breve tempo per poi ricomparire prima di tramontare definitivamente illuminando in modo fiabesco i tetti di Nonio visti dall’alto. Un curioso gioco a nascondino della natura. Copyright testo e fotografie Riccardo Pezzana Sara
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