2 magistrate a Brescia assolvono uno stupratoreNovara 27 settembre 2024
Vi raccontiamo la storia incredibile di una sentenza di tre giudici (importante: due donne e un uomo!!!) di Brescia che, il 17 ottobre 2023, avevano assolto Hasan Md Imrul, un uomo del Bangladesh accusato dall’ex moglie, sua connazionale, di maltrattamenti e violenza sessuale, con la motivazione “i comportamenti da parte dell’imputato erano frutto dell’impianto culturale di origine e non della sua coscienza e volontà di svilire la coniuge”, come a dire che se un uomo pensa sia giusto stuprare la moglie perché nel suo Paese usa così, allora non è punibile. Tutto questo , ovviamente incuranti delle campagne di sensibilizzazione sulla violenza sulle donne che ormai da anni vengono portate avanti., con le associazioni antiviolenza in prima linea All’epoca una certa sinistra si era voltata dall’altra parte, limitandosi a marciare fiera con le femministe di “Non una di meno”,mentre il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, era intervenuto , più concretamente su quella richiesta di assoluzione, definendo inaccettabili i presupposti di una richiesta di assoluzione , ma inutilmente perché il violentatore fu comunque assolto con la formula piena, “perché il fatto non sussiste” Ma per fortuna la vittima ha trovato il modo per avere giustizia, quella vera,,,,e anche grazie al fatto che il suo attuale compagno è un capitano della Guardia di finanza, ha ora messo in atto la sua mossa denunciando, insieme a lui, i 3 magistrati di Brescia Maria Chiara Minazzato, Mauro Liberti e Wilma Pagano, attraverso un esposto in cui vengono ipotizzate le accuse di “omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale” e “abuso d’ufficio” proprio perché nella sentenza di assoluzione del marito della vittima si fa esplicitamente riferimento a “incoerenze, mendacità e contraddizioni” nelle testimonianze rese dall’ex moglie e dal nuovo compagno nel corso delle indagini. Tra queste il fatto che la donna aveva accusato il marito di averla “comprata” e poi costretta a sposarlo. Nell’esposto viene sottolineato come, a causa dei 3 pm , sia stato “prodotto un macroscopico e irrimediabile inquinamento probatorio”. Di fronte alla denuncia della coppia, il procedimento è stato affidato alla Procura di Venezia, competente a indagare sull’operato dei magistrati bresciani. La vittima e il suo attuale compagno hanno proposto di essere eventualmente processati a Venezia perché, “a causa dell’elevatissimo clamore mediatico del caso”, ormai a Brescia è stata messa in dubbio la loro onorabilità. Il finanziere ha anche scritto nell’esposto: : “Sono pronto ad affrontare le conseguenze di un processo a mio carico”, ha scritto il finanziere nell’esposto, “purché venga accertata la verità dei fatti e, così, riconosciuta la mia assoluta onestà e innocenza. Chiedo che i magistrati debbano rispondere per l’omissione della trasmissione degli atti alla Procura e dell’abuso d’ufficio in mio danno. In relazione alla mia testimonianza, i giudici hanno di fatto espresso un giudizio di condanna, che lede la mia reputazione e il mio onore militare, senza avere avuto la possibilità di difendermi. Sono anche state del tutto ignorate “e fotografie delle violenze, comprese quelle inerenti l’obbligo di indossare i vestiti tradizionali”. E speriamo che stavolta la sentenza sia più corretta. DP
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