Una pessima organizzazioneNovara 29 luglio 2024
Non vogliamo parlare delle Olimpiadi in quanto tali e nemmeno del pessimo gusto con cui è stata organizzata l’apertura, ma di tutto quello di altro che non va in questa edizione Iniziamo col fatto che Parigi sia super cara da sempre, ma che con la scusa delle Olimpiadi i prezzi siano addirittura raddoppiati. Da Il Giornale, apprendiamo che un ristoratore vicino al Grand Palais, dove si disputano le gare della scherma, non ci vede niente di strano. “Prezzi aumentati? Normale, per un evento così importante che riporta il pubblico alle Olimpiadi. Hanno aumentato il prezzo per salire sulla Torre Eiffel, perchè non possiamo aumentare anche noi? La sera i tavolini sono tutti occupati, quindi va tutto bene”. Già, l’importante è fare cassa!!! Tralasciamo volutamente la scortesia dei camerieri parigini che sono “nati” così e valutiamo invece i punti ristoro interni alle sedi di gara: una bottiglia da mezzo litro d’acqua non costa meno di 3,50 euro mentre una coppetta di gelato piccolissima costa addirittura un euro di più. E vogliamo parlare dei servizi offerti dall’organizzazione? Vero che c’è l’allarme attentati , ma l’accesso agli eventi è lento e le indicazioni sono poco chiare. Per non parlare dei poveri atleti che per trasferirsi dal villaggio olimpico ai siti di gara devono affrontare un traffico pazzesco e più di uno ha dovuto usare i mezzi pubblici, rimanendo in piedi per un’ora e mezza prima di poter gareggiare. L’autobus che trasportava la squadra canadese si è rotto in pieno centro, e gli atleti canadesi hanno preso i propri skateboard per recarsi al parco dove si tengono le gare. Una volta arrivati hanno scoperto che il parco urbano de La Concorde era già giudicato impraticabile. Le navette per la stampa sembrano quasi non esistere e il centro stampa a Porte Maillot è stato definito come “poco accogliente”. E che dire delle sistemazioni in albergo per le delegazioni??? Le sistemazioni alberghiere consigliate dall’organizzazione sono molto care, e soprattutto si trovano in quartieri ad alto rischio, nei quali la polizia non entra neanche se paghi. Passiamo alla Senna , quando addirittura era talmente balneabile che i parigini avevano costruito sulle sue rive una spiaggia per l’estate…. . Le spiagge ci sono ancora ma la qualità dell’acqua del fiume è pessima nonostante il sindaco di Parigi Anne Hidalgo abbia speso miliardo e 400 milioni di euro Gregorio Paltrinieri, che nel fiume dovrebbe gareggiare nella 10 km di fondo è furibondo, perché sa che ne va della sua salute, infatti dichiara (sempre da Il Giornale) “Sono molto preoccupato, non si può organizzare una gara così importante in una location che non ci viene permesso di testare. Probabilmente c’è freddo e ci sono delle correnti. E poi è quasi certo che non ci siano le condizioni igieniche per nuotare. Ma sono quasi sicuro che gareggeremo nella Senna, hanno investito troppo per poter tornare indietro”. Leonie Beck, che si allena con il nuotatore romano, è ancora più tagliente: “Non sappiamo ancora dove e quando nuoteremo, questi non sono i campionati regionali, sono i Giochi Olimpici. Abbiamo diritto di avere delle certezze!”. Passiamo alle gaffes Nella cerimonia d’apertura si era chiamato per due volte “democratica” la Repubblica di Corea, ovvero il nome del regime comunista del Nord, con il quale la Corea del Sud è tuttora in guerra Nel secondo giorno di gare, prima della partita tra Sud Sudan e Porto Rico nel torneo di basket, è stato suonato l’inno del Sudan, regime islamista dal quale il paese si è separato dopo una cruentissima guerra civile nel 2011. E che dire della bandiera olimpica innalzata alla rovescia? . Poi c’è una vera chicca:. Il presidente del comitato olimpico palestinese ha annunciato “Non stringerò la mano a chi non lo farà, è una questione di principio”,perché per lui gli atleti israeliani sarebbero “criminali” Parliamo del cibo… La squadra britannica è stata costretta a chiamare cuochi da Londra piuttosto che mangiare quanto servito alla mensa olimpica, e lunghe file per sedersi al tavolo. Il nostro Nicolò Martinenghi. Ha detto che “per mangiare ho impiegato un’ora e mezza. Lo spazio è grande, ma il banco non è enorme, se vuoi, chessò, uno spiedino di carne devi aspettare venticinque minuti. Chiudiamo con gli alloggi Le camere praticamente sembrano delle celle per monaci; letti di cartone inventati a Tokyo per evitare che gli atleti “fraternizzassero” tra di loro, materassi di plastica riciclata scomodi e rumorosi , niente aria condizionata nelle stanze. Quasi tutte le delegazioni hanno comprato dei condizionatori portatili e così i consumi si alzeranno ancora di più Insomma, la tanto decantata grandeur francese in questo caso ha proprio toppato. DP
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