Non sempre, soprattutto sul fai da te Novara 24 giugno 2024
La guerra tra Russia e Ucraina non smette e in molti Paesi la gente viene presa dal panico e compra le pastiglie allo iodio . Ma servono davveroin caso di possibile esposizione a radiazioni? L’Istituto superiore di Sanità nel suo portale spiega che “in caso di incidente nucleare, lo iodio radioattivo può essere rilasciato contaminando l'ambiente, con conseguente esposizione esterna. L'inalazione di aria contaminata e l'ingestione di cibo e acqua potabile contaminati possono portare all'esposizione interna alle radiazioni e all'assorbimento di iodio radioattivo principalmente da parte della tiroide. Tuttavia, la ghiandola tiroidea, che utilizza lo iodio per produrre ormoni tiroidei, non distingue tra iodio radioattivo e iodio stabile. Per questo, l'assunzione di pillole allo iodio non radioattivo (stabile), prima o all'inizio dell'esposizione allo iodio radioattivo, può impedire l'accumulo di quest'ultimo nella tiroide saturandola con iodio non radioattivo e riducendo così efficacemente l'esposizione interna della tiroide. Nel complesso, , nelle persone esposte allo iodio radioattivo, la somministrazione orale di iodio stabile (insieme al controllo degli alimenti e dell'acqua potabile) è considerata una strategia appropriata per ridurre il rischio di effetti negativi. Tuttavia, è importante sottolineare che le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma solo in caso di esposizione allo iodio radioattivo e su indicazione delle autorità o dei medici. L'uso delle compresse è raccomandato solo per le persone in determinate fasce d'età. In caso di fuoriuscita di radiazioni, i minori di 18 anni, sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori, così come le donne in gravidanza o in allattamento, mentre gli adulti dai 18 ai 40 anni hanno meno probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide. Il rischio si abbassa ulteriormente per gli over 40, rendendo l'uso delle compresse "controproducente e persino potenzialmente tossico e aumenta il rischio di disfunzioni della tiroide. In un'intervista a La Repubblica Marcello Bagnasco, presidente dell'Associazione Italiana della Tiroide (Ait) e specialista in endocrinologia, medicina nucleare e immunologia clinica, , ha spiegato che "se si assumono in autonomia e senza il consiglio del medico compresse di iodio si potrebbe verificare un eccesso di questo elemento che può provocare effetti collaterali come, per esempio, un aumento di incidenza delle patologie autoimmuni. In particolare, nei soggetti con ipotiroidismo potrebbero esserci conseguenze indesiderate più sensibili. Va evitato l'uso incontrollato sulla base del principio che "non si sa mai". Come dicevamo nel titolo, non sempre prevenire è meglio che curare DP
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