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Quando si è considerati anziani?

7/11/2025

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Novara 11  luglio 2025


L'età e la percezione di esser “anziani” sono concetti che variano nel tempo e tra le culture. Non esiste una definizione univoca e universale, ma generalmente si può parlare di soggetti considerati anziani a partire da una determinata età, che può differire a seconda dei contesti sociali, delle normative nazionali e delle caratteristiche individuali.
quando si è considerati anziani dipende da molteplici fattori: età anagrafica, stato di salute, partecipazione sociale e percezione culturale. Più che un numero, l’anzianità può essere interpretata come una fase della vita ricca di opportunità e di nuove prospettive, che il modo in cui viene vissuta dipende molto dall’individuo e dal contesto in cui si trova.
 
In molti paesi, la soglia di età comunemente associata all’essere anziani si colloca intorno ai 65 anni. Questa età deriva storicamente dalle politiche pensionistiche: in molte nazioni, la pensione di vecchiaia è stata tradizionalmente riconosciuta ai cittadini al raggiungimento di questa età. Tuttavia, questa classificazione è sempre più soggetta a discussioni, dato che l’aspettativa di vita è aumentata e la salute delle persone anziane si è notevolmente migliorata.
 
Negli ultimi decenni, il concetto di “anzianità” si è evoluto. Oggi, molte persone oltre i 70 anni sono attive, in buona salute e partecipano attivamente alla vita sociale e lavorativa. Si parla più spesso di “terza età” (fino a circa 75 anni), “quarta età” (oltre i 75 anni) o di “episodi di senescenza” più che di un’etichetta univoca di “anziano”.
 
 
La percezione di essere anziani è anche soggettiva e culturale. In alcune società, l’età viene vista come un momento di saggezza e rispetto, indipendentemente dal numero di anni. In altre, si tende a percepire l’anzianità come un periodo di declino e di limitazioni. La cultura influenza anche il modo in cui la società si relaziona alle persone più anziane, offrendo loro ruoli e opportunità differenti.
La medicina preventiva e il miglioramento delle condizioni di vita stanno contribuendo a un invecchiamento più attivo e positivo. Oggi, diventare “anziani” non equivale più a un momento di passività, ma può rappresentare un’opportunità di crescita personale, volontariato, educazione e nuove esperienze.
 
DP
 

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Le tradizioni italiane perdute

7/10/2025

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Novara 10  luglio 2025
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L’Italia, terra ricca di storia, cultura e usanze secolari, custodisce un patrimonio di tradizioni che nel corso dei secoli hanno definito l’identità delle sue comunità. Tuttavia, molte di queste pratiche si sono lentamente affievolite o addirittura estinte nel tempo, vittime dei cambiamenti sociali, della modernizzazione e della globalizzazione. In questo articolo esploreremo alcune delle tradizioni italiane perdute, riflettendo sull’importanza di preservare il patrimonio culturale e su come la memoria delle nostre radici possa arricchire il nostro presente.
 
In molte regioni italiane, particolarmente nelle zone rurali, erano celebrate antiche feste che coinvolgevano tutta la comunità. Un esempio è la festa delle “Luminarie” in alcuni paesi del Sud Italia, dove le processioni e le preghiere si alternavano a rituali legati alla fertilità e al ciclo agricolo. Oggi, molte di queste tradizioni sono scomparse o sono state sostituite da celebrazioni più commerciali o più semplici.
 
Un’altra tradizione ormai perduta riguarda le “sagre” folkloristiche, che univano musica, danza e gastronomia locale in occasioni estive. Questi eventi spesso avevano radici pagane o religiose e contribuivano a rafforzare il senso di comunità, ma sono progressivamente scomparse a causa della diminuzione delle comunità rurali e della centralizzazione urbana.
 
Le lavorazioni artigianali, come la tessitura, la lavorazione del vetro, la ceramica e la produzione di oggetti tradizionali, rappresentano un patrimonio immateriale perduto in molte zone. Ad esempio, le “maschere di cartapesta” usate nelle tradizionali processioni carnevalesche di alcune città sono ormai rare, così come le tecniche di intaglio del legno nelle botteghe di piccoli paesi.
 
Molte ricette tradizionali italiane, frutto di secoli di storia e territorio, sono andate perdute o sono rimaste confinante a pochi anziani custodi della memoria. Piatti antichi, come alcune varianti di pasta fatta in casa o dolci tipici, rischiano di sparire in favore di versioni più moderne o commerciali. La diminuzione delle piccole aziende agricole e delle botteghe di paese ha contribuito alla perdita di autentiche tradizioni gastronomiche.
 
L’Italia è famosa per la pluralità di dialetti e lingue locali, molte delle quali sono state tramandate oralmente per secoli. Tuttavia, con la forte diffusione della lingua italiana e l’abbandono delle tradizioni dialettali tra le nuove generazioni, molte di queste lingue sono a rischio di estinzione. Questo rappresenta una perdita non solo linguistica, ma anche culturale, poiché molte espressioni idiomatiche e modi di pensare sono legati ai dialetti locali.
 
Nonostante tali perdite, molte associazioni, enti pubblici e privati si stanno impegnando per recuperare e valorizzare queste tradizioni. Restauri di eventi, laboratori di artigianato e iniziative di educazione sono strumenti fondamentali per mantenere vivo il patrimonio culturale italiano.
 
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Maltrattamento degli animali

7/9/2025

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cause e motivazioni

Novara  9 luglio 2025

Il maltrattamento degli animali è un fenomeno che da sempre suscita empatia, tristezza e condanna da parte della società. Nonostante l’indignazione generale, purtroppo ci sono individui che comunque  compiono atti di crudeltà nei confronti degli esseri viventi più vulnerabili.

Quali sono le motivazioni che spingono certi individui ad accanirsi contro creature indifese?

1. Cause psicologiche e disturbi mentali
In alcuni casi, il maltrattamento degli animali è legato a problematiche psicologiche o disturbi della personalità. Individui affetti da tratti narcisistici, sadici o ancora con disturbi antisociali possono manifestare una mancanza di empatia e compiere atti violenti senza rimorso. Questo comportamento può essere una manifestazione di frustrazioni, rabbia o insicurezze interiori, riversate sugli esseri più indifesi.

2. Abuso e traumi dell’infanzia
Alcuni studi indicano che le persone che sono state vittime di abuso o traumi durante l’infanzia possono sviluppare comportamenti devianti, tra cui il maltrattamento degli animali. La violenza domestica, la trascuratezza o l’incapacità di gestire emozioni forti possono tradursi in atteggiamenti aggressivi anche verso gli esseri viventi più vulnerabili.

3. Influenza ambientale e sociali
L’ambiente in cui si cresce e il contesto culturale di appartenenza giocano un ruolo cruciale. Alcune comunità o ambienti sociali possono tollerare o addirittura incoraggiare comportamenti violenti, anche nei confronti degli animali. L’ignoranza, la mancanza di educazione alla tutela e il desiderio di sfida o di affermazione sono fattori che possono portare a comportamenti crudeli.

4. La ricerca di sensazioni forti o di potere
Per alcuni, il maltrattamento degli animali può rappresentare un modo per ottenere sensazioni di potere o di controllo. Questo comportamento può derivare da una sete di adrenalina o da un bisogno di dominare, spesso legato a una mancanza di autocontrollo o a bisogni di affermazione personale.

5. Cultura e tradizioni
In alcune culture, certi atti di violenza verso gli animali sono ancora considerati parte di tradizioni o riti ancestrali. Sebbene molte di queste pratiche siano oggi condannate o vietate, in alcune zone persistono pratiche cruente mossi da convinzioni culturali radicate.

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Le molestie sul lavoro

7/8/2025

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un fenomeno delicato da affrontare con serietà


Novara 8 luglio 2025


Le molestie sul lavoro rappresentano un problema serio che colpisce molte realtà aziendali e professionali in tutto il mondo. Si tratta di comportamenti indesiderati e inappropriati, spesso di natura sessuale, che creano un ambiente di lavoro ostile e minano il benessere psicofisico delle persone coinvolte. Affrontare e prevenire questa problematica è fondamentale non solo per tutelare i diritti dei dipendenti, ma anche per promuovere un clima lavorativo sano e produttivo.

Le molestie sul lavoro si riferiscono a ogni condotta verbale, fisica, non verbale o simbolica, che ha come scopo o effetto di alterare la dignità di una persona, creando un ambiente intimidatorio, umiliante o offensivo. Le principali tipologie sono:
  • Molestie sessuali: gergo comune per descrivere avances indesiderate, avances sessuali, richieste di favori sessuali o qualsiasi comportamento di natura sessuale che compromette la dignità del lavoratore.
  • Molestie morali o psicologiche: comportamenti come umiliazioni ripetute, isolamento, pressioni e critiche sproporzionate che devastano l’autostima e il benessere psicologico.
  • Molestie discriminatore: violazioni basate su caratteristiche personali come genere, orientamento sessuale, etnia, religione o altre differenze.
  • forma di molestia.
 
Le molestie sul lavoro rappresentano un fenomeno grave e complesso, che colpisce individui in vari contesti lavorativi e può avere conseguenze profonde sulla salute psicofisica delle vittime, sulla produttività e sulla cultura aziendale.

Comprendere le ragioni alla base di tali comportamenti è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e intervento efficaci. Le principali motivazioni che possono spingere a comportamenti molesti sul posto di lavoro sono:


 1. Potere e controllo. Una delle motivazioni più comuni alla base delle molestie è il desiderio di esercitare potere o controllo su un collega. Questo comportamento può derivare da insicurezze personali, bisogno di affermare la propria supremazia o di compensare un senso di inferiorità. La molestia diventa allora uno strumento per imporre la propria volontà e dominare l’altro, creando un equilibrio di potere distorto.


 2. Differenze di genere e stereotipi culturali. Le discriminazioni di genere e gli stereotipi tradizionali possono alimentare molestie, specialmente in ambienti in cui le norme sociali sono ancora fortemente radicate. Ad esempio, la convinzione che alcuni ruoli o comportamenti siano "appropriati" in base al sesso può portare a comportamenti molesti rivolti a persone percepite come meno conformi agli stereotipi.
 
3. Mancanza di consapevolezza e formazione. In alcune realtà lavorative, la mancanza di formazione sulle dinamiche delle molestie e sui limiti comportamentali può contribuire a comportamenti inappropriati. La scarsa sensibilità o l’ignoranza rispetto alle conseguenze delle proprie azioni possono portare a avances indesiderate o commenti inappropriati.

4. Cultura aziendale e ambiente di lavoro. Un ambiente di lavoro che premia la competitività estrema, il favoritismo o che non implementa politiche chiare contro le molestie può favorire l’insorgere di comportamenti molesti. In assenza di un’efficace gestione delle risorse umane e di un forte segnale di condanna da parte dei vertici, i dipendenti possono sentirsi liberi di agire senza timore di ripercussioni.

5. Motivazioni sessualizzate.
Alcune molestie sono motivate da desiderio sessuale o dalla ricerca di gratificazione immediata. In questo caso, l’individuo utilizza il potere o il contatto con la vittima come mezzo per soddisfare impulsi personali, spesso ignorando il consenso e i limiti altrui.
 
6. Problemi psicologici e comportamentali. In alcuni casi, le molestie possono essere attribuite a problematiche psicologiche o a comportamenti patologici. Ad esempio, persone con tratti narcisistici, aggressivi o scapoli compulsivi potrebbero manifestare comportamenti molesti come espressione di insicurezze o frustrazioni non gestite.
 
Le conseguenze delle molestie sul lavoro
Le ripercussioni di queste condotte possono essere devastanti. Le vittime spesso sperimentano ansia, depressione, perdita di autostima e problemi di salute fisica. Sul piano professionale, le molestie possono portare a malattia, riduzione della produttività, assenteismo o anche abbandono del lavoro. Per le aziende, sono cause di continui conflitti interni, perdita di reputazione e potenziali sanzioni legali.

Come prevenire e affrontare le molestie
La prevenzione delle molestie richiede un approccio integrato e deciso, che coinvolga policy aziendali chiare e condivise, formazione del personale e creazione di un ambiente di lavoro in cui ogni individuo si senta sicuro di denunciare abusi senza timore di ritorsioni.
  • Codice etico e policy aziendali: le aziende devono adottare regolamenti interni, che definiscano chiaramente cosa costituisce molestia e le conseguenze delle sue manifestazioni.
  • Formazione e sensibilizzazione: incontri periodici su rispetto, convivenza civile e riconoscimento delle molestie aiutano a creare una cultura aziendale più consapevole.
  • Canali di segnalazione e protezione delle vittime: strumenti efficaci di denuncianza e supporto sono fondamentali per favorire l’emersione di situazioni di molestie e garantire la tutela delle vittime.
.Per contrastare efficacemente questo fenomeno, è necessario promuovere una cultura aziendale basata sul rispetto, sulla formazione continua, sulla chiarezza delle politiche anti-molestie e sulla pronta denuncia di comportamenti inappropriati.

Impegno della dirigenza: i leader devono essere esempi di comportamento etico, promuovendo politiche di tolleranza zero

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CALDO TORRIDO E SALUTE MENTALE

7/7/2025

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Novara 7  luglio 2025

L’aumento delle temperature e le ondate di caldo estremo rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica, con impatti significativi anche sul sistema nervoso umano. Il caldo, infatti, può influenzare diverse funzioni cerebrali e nervose, sia in modo diretto che indiretto, determinando effetti temporanei e a volte anche più duraturi.

l caldo influisce significativamente sul sistema nervoso umano, determinando effetti immediati come disagio cognitivo e alterazioni dell’umore, e a lungo termine contribuendo a fenomeni più complessi come disturbi del sonno e danni cerebrali in condizioni estreme

Effetti immediati del caldo sul sistema nervoso
  1. Disidratazione e alterazioni cognitive
    Una delle principali conseguenze del caldo eccessivo è la disidratazione. La perdita di liquidi può ridurre il volume sanguigno, compromettendo il trasporto di ossigeno e nutrienti al cervello. Ciò può portare a confusione, difficoltà di concentrazione, riduzione delle capacità di attenzione e, nei casi più gravi, svuotamento mentale che può sfociare in delirio.
  2. Stanchezza e alterazioni dell’umore
    Il calore può aumentare la sensazione di stanchezza e irritabilità. La termoregolazione richiede energia, e il corpo deve lavorare di più per mantenere la temperatura corporea stabile, causando una sensazione di affaticamento che influisce sul benessere psichico.
  3. Mal di testa e cefalee
    Le elevate temperature possono dilatare i vasi sanguigni cerebrali, contribuendo alla comparsa di mal di testa e emicranie più frequenti durante le ondate di caldo.

Effetti sul sistema nervoso a lungo termine e nelle condizioni patologiche
  1. Aumento dello stress sistemico
    Il caldo cronico può aumentare lo stress ossidativo e l’infiammazione sistemica, che sono legati a disturbi neurodegenerativi come il Parkinson e l’Alzheimer.
  2. Disturbi del sonno
    Le alte temperature disturbano il ciclo sonno-veglia, causando insonnia o sonno non ristoratore. Il riposo è fondamentale per il consolidamento della memoria e l’equilibrio emotivo; pertanto, il suo deficit può compromettere la salute neurologica.
  3. Fenomeni di surriscaldamento del cervello (core temperature elevate)
    In condizioni estreme, il corpo può andare incontro a colpo di calore, che può portare a danni cerebrali acuti e potenzialmente letali. La temperatura cerebrale elevata influisce sulle funzioni neuronali, causando danni irreversibili se non trattata prontamente.

Per mitigare gli effetti del caldo sul sistema nervoso, è importante adottare alcune precauzioni:
  • Adeguata idratazione
    Bere acqua regolarmente per compensare la perdita di liquidi.
  • Raffreddamento dell’ambiente
    Utilizzare ventilatori, aria condizionata o semplici tecniche di raffreddamento passivo come tende e raffreddamento naturale degli ambienti interni.
  • Limitare le attività nelle ore più calde
    Ridurre l’esposizione diretta al sole durante le fasce orarie centrali della giornata.
  • Alimentazione equilibrata
    Consumare pasti leggeri e ricchi di elettroliti per mantenere l’equilibrio elettrolitico.
  • Attenzione ai soggetti più vulnerabili
    Anziani, bambini e persone con patologie croniche sono più sensibili agli effetti del caldo e richiedono particolare attenzione.

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Esistono ancora le donne manager in stile anni '80?

7/6/2025

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Le famose donne in carriera

 
Novara  6 luglio  2025

Negli ultimi decenni, il ruolo delle donne nel mondo del lavoro ha subito profondi cambiamenti. Se oggi molte professioniste occupano posizioni di vertice, leadership e manageriale, ci si chiede spesso se il modo in cui le donne manager operavano negli anni '80 sia ancora presente o sia stato completamente superato.

Negli anni '80, la presenza femminile nei ruoli dirigenziali era ancora un fenomeno relativamente raro e spesso accompagnato da stereotipi di genere. Le donne che riuscivano a raggiungere posizioni di responsabilità tendevano a dover combattere contro barriere culturali, pregiudizi e discriminazioni implicite. La loro figura era spesso associata a uno stile di gestione più “maschile”: autoritario, competitivo e talvolta distante, con poca attenzione alle soft skills o all'empatia, che oggi vengono considerate fondamentali per una leadership efficace.

Il contesto sociale e lavorativo di quegli anni vedeva ancora una forte separazione tra i ruoli di genere: le donne erano spesso relegate a settori considerati adatti alla loro sfera (come l'amministrazione o le risorse umane) e raramente si avevano esempi di donne ai vertici di grandi aziende.

Con il passare degli anni, il ruolo delle donne nel mondo del lavoro si è evoluto, portando a un maggior riconoscimento delle competenze e del merito. La presenza femminile nelle alte sfere aziendali è aumentata, seppur lentamente, e le nuove generazioni di manager donne adottano stili di leadership più inclusivi, collaborativi e attenti alle soft skills.

Oggi, molte donne manager dimostrano un approccio più soft rispetto allo stereotipo degli anni ’80: puntano sulla comunicazione, sull’ascolto e sulla capacità di creare ambienti di lavoro rispettosi e motivanti. La leadership femminile, in molti casi, si concentra sulla valorizzazione delle risorse umane, sulla condivisione delle decisioni e sulla promozione dell’inclusione.

Nonostante i cambiamenti radicali, alcuni aspetti dello stile di gestione delle donne oriundo anni '80 possono ancora manifestarsi oggi, anche se in modo meno marcato. Ad esempio, alcune manager più conservative o di stampo tradizionale tendono a mantenere un approccio più diretto e autoritario, mentre le nuove generazioni sono più inclini a preferire uno stile partecipativo e inclusivo.

Tuttavia, l’immagine della donna manager in stile anni '80 come figura autoritaria, talvolta poco empatica e competitiva, è ormai in gran parte superata. La realtà attuale vede manager donne che, pur mantenendo determinazione e volontà di successo, adottano uno stile più vario e adattabile alle sfide contemporanee.

In sintesi, mentre alcuni tratti dello stile di gestione anni '80 possono ancora emergere in alcune situazioni o in alcune figure di management più conservatrici, la figura della donna manager ha subito una trasformazione profonda. Oggi, la leadership femminile si caratterizza per una maggiore empatia, collaborazione e attenzione alle dinamiche umane, in linea con le esigenze di un mondo del lavoro in costante evoluzione.

La vera sfida continua a essere quella di promuovere un ambiente in cui la diversità di stili, esperienze e competenze possa valorizzare al massimo il potenziale di tutte le donne manager e di tutti i talenti femminili, contribuendo a un futuro più equo e innovativo.
 
​DP

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Chi sono i "Leoni da Tastiera"?

7/5/2025

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Un'analisi del fenomeno digitale

Novara 5  luglio 2025

Negli ultimi anni, il termine "leoni da tastiera" è diventato un modo colloquiale e spesso critico per descrivere individui che si esprimono con grande determinazione, spesso in modo aggressivo o provocatorio, esclusivamente attraverso piattaforme online. 

I "leoni da tastiera" sono, generalmente, utenti di social media, forum, blog e altre piattaforme digitali che, dietro uno schermo, si sentono più coraggiosi e pronti a commentare, criticare o insultare senza il timore delle conseguenze dirette del mondo reale. Questa tipologia di utenti si caratterizza per un comportamento spesso estremo, che può spaziare dal polemico al offensivo, alimentato dalla distanza che il mondo digitale garantisce.

Caratteristiche principali
  • Anonymity e distanza: La possibilità di rimanere anonimi o di nascondere la propria identità permette loro di esprimersi senza paura di ripercussioni sociali.
  • Mancanza di empatia: Spesso, i leoni da tastiera mostrano scarsa empatia, non considerando le sensibilità altrui e puntando più al contratto emotivo o alla provocazione.
  • Bisogno di attenzione: A volte questa condotta deriva dal desiderio di essere riconosciuti, criticati o mossi da una sensazione di onnipotenza digitale.
  • Propensione alla polemica: Sono spesso molto pronti a scatenare discussioni o trollersi su temi di attualità, sport, politica o argomenti sociali.

Diversi fattori psicologici possono spiegare questo comportamento. Tra questi, l'effetto deindividuazione, che porta a comportarsi in modo meno inhibente in ambienti anonimi; il desiderio di affermazione e riconoscimento; bassa autostima proiettata attraverso attacchi agli altri; o semplicemente la ricerca di un brivido provocatorio.

Se da un lato i "leoni da tastiera" possono alimentare discussioni e dibattiti, dall'altro possono creare un clima ostile, sfavorevole al rispetto reciproco e alla libera espressione. Le forme di cyberbullismo, insulti e minacce sono alcune delle conseguenze più gravi di questa condotta.

Per limitare l’impatto dei leoni da tastiera, è importante promuovere una cultura del rispetto online, incoraggiare comportamenti responsabili nella rete e, quando possibile, segnalare comportamenti offensivi alle piattaforme. 

I "leoni da tastiera" rappresentano un fenomeno complesso legato alla natura stessa del mondo digitale. Pur essendo spesso protagonisti di comportamenti superficiali o aggressivi, dietro di essi ci sono dinamiche psicologiche complesse

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Le brutte abitudini degli stranieri in Italia

7/4/2025

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Novara 4 luglio  2’025

L’Italia, con la sua ricca storia, cultura e tradizioni, è da sempre una meta ambita per turisti e cittadini stranieri provenienti da tutto il mondo. Tuttavia, con l’aumento della presenza di stranieri nel territorio, sono emerse alcune brutte abitudini che, purtroppo, possono creare tensioni o disagio tra la popolazione locale.

1. Comportamenti scorretti nel rispetto dell’ambiente Una delle problematiche più diffuse riguarda il rispetto dell’ambiente e dello spazio pubblico. Alcuni stranieri, soprattutto turista evisitatori, non rispettano le regole di raccolta dei rifiuti, lasciando sacrificare quadri di inciviltà come l’abbandono di immondizia in luoghi pubblici o sulla spiaggia. Tale comportamento danneggia l’immagine del patrimonio naturale e urbano italiano.

2. Uso scorretto di servizi pubblici e privati In alcune occasioni, alcuni stranieri mostrano una scarsa educazione nel rispetto dei beni comuni, come il comportamento scorretto sui mezzi di trasporto pubblici, con sovraffollamenti o comportamenti rumorosi, o l’utilizzo improprio dei servizi pubblici, senza rispetto delle regole di convivenza.

3. Mancanza di rispetto per le tradizioni e le usanze locali Alcuni stranieri tendono a mostrare poca sensibilità verso le tradizioni culturali italiane, adottando comportamenti considerati scortesi o irrispettosi. Ad esempio, può capitare di vederli ostentare atteggiamenti poco rispettosi durante festività, oppure di non rispettare luoghi di culto o monumenti storici.

4. Comportamenti poco civili nel rispetto della quiete pubblica In alcune località turistiche o di piccole comunità, si riscontrano episodi di maleducazione legati al rumore, soprattutto durante le ore serali o notturne, che disturbano la quiete delle popolazioni locali.

Come affrontare il problema Nonostante queste problematiche, è importante sottolineare che la maggior parte degli stranieri si comporta in modo rispettoso e mira a integrarsi nella comunità locale. Tuttavia, è fondamentale promuovere campagne di sensibilizzazione e educazione interculturale, affinché il rispetto delle norme e delle tradizioni italiane diventi un valore condiviso.

In conclusione, le brutte abitudini degli stranieri in Italia rappresentano un fenomeno che va affrontato con attenzione e dialogo, promuovendo una cultura dell’accoglienza che favorisca una convivenza serena e rispettosa per tutti.
 
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Quanto è utile andare in palestra?

7/2/2025

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benefici, motivazioni e considerazioni

Negli ultimi decenni, l’andare in palestra è diventato un’abitudine diffusa tra persone di tutte le età, motivata dal desiderio di migliorare la propria salute, l’aspetto fisico o semplicemente di mantenersi attivi. Ma quanto è realmente utile frequentare una palestra? Quali sono i benefici concreti e le motivazioni che rendono questa attività una scelta vantaggiosa?

Benefici fisici e mentali della palestra
  1. Miglioramento della salute cardiovascolare: L’attività aerobica svolta in palestra, come la cyclette, il tapis roulant o il nuoto, aiuta a rinforzare il cuore e i polmoni, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari.
  2. Controllo del peso e composizione corporea: L’esercizio regolare favorisce il consumo di calorie, contribuendo alla perdita di peso o al mantenimento di un peso ideale. Inoltre, il training di resistenza aiuta a tonificare i muscoli e migliorare la composizione corporea.
  3. Incremento della forza e della massa muscolare: Allenarsi con i pesi sviluppa la muscolatura, migliorando la postura e prevenendo problemi come le mal di schiena.
  4. Salute mentale e benessere: L’attività fisica stimola la produzione di endorfine, migliorando l’umore, riducendo stress e ansia. La palestra può diventare anche un momento di socializzazione e di svago.

Oltre ai benefici fisici, andare in palestra aiuta a consolidare una routine salutare, aumentare la motivazione e rafforzare l’autostima. Inoltre, condividere l’esperienza con altri rende l’attività più gratificante e meno faticosa, creando una rete di supporto sociale importante per il benessere psicologico.


Nonostante i numerosi vantaggi, è importante sottolineare che l’efficacia della palestra dipende da diversi fattori: la costanza, la qualità dell’allenamento, l’adeguatezza degli esercizi alle proprie esigenze e la supervisione di professionisti qualificati. È inoltre fondamentale rispettare i limiti del proprio corpo per evitare infortuni.


Andare in palestra quindi può essere estremamente utile per migliorare la salute generale, il benessere mentale e mantenere uno stile di vita attivo e equilibrato. Tuttavia, per trarne il massimo beneficio, è necessario integrarla in una routine quotidiana equilibrata, accompagnata da una dieta sana e da uno stile di vita consapevole. Investire nel proprio benessere attraverso l’attività fisica rappresenta un passo importante verso una vita più lunga, più sana e più felice.
 
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La gelosia

7/2/2025

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 un sentimento complesso e universale


Novara 2 luglio 2025

La gelosia è un'emozione umana universale che, nel corso della storia e delle culture, ha suscitato riflessioni, opere d'arte e discussioni profonde. Si tratta di una risposta emotiva naturale, spesso legata alla paura di perdere qualcosa di prezioso, come l'amore, l'attenzione o il successo.

La gelosia può essere definita come una reazione emotiva mista di insicurezza, ansia e timore di perdere qualcosa o qualcuno di importante. Spesso nasce dal senso di vulnerabilità personale, dal confronto con altri o da esperienze passate di perdita. Psicologicamente, può manifestarsi in modo immediato e intenso, affiorando quando si percepisce una minaccia reale o percepita alla propria relazione o ai propri successi.

Esistono diversi tipi di gelosia: quella romantica, che riguarda il timore di perdere il partner; quella genitoriale, legata alla preoccupazione per i figli; e quella professionale, associata all'invidia o alla paura di essere superati dai colleghi. In tutte le sue forme, la gelosia può essere un motore di motivazione, ma anche una fonte di problemi se diventa eccessiva o incontrollabile.

Se da un lato la gelosia può essere percepita come un segno di amore e coinvolgimento, dall'altro può generare comportamenti negativi come possessività, possessività e gelosia patologica. In alcune culture o ambienti, tali emozioni sono vissute con vergogna o rimprovero, mentre in altre sono considerati segnali normali di attaccamento.

Riconoscere e comprendere la gelosia è il primo passo per gestirla efficacemente. La comunicazione aperta con il partner o con le persone coinvolte aiuta a chiarire i malintesi e a rafforzare la fiducia. Lavorare sulla propria autostima e sui propri bisogni emotivi può ridurre le sensazioni di insicurezza. In casi estremi, può essere utile rivolgersi a uno specialista per affrontare eventuali problematiche più profonde.

La gelosia, con tutte le sue sfumature, se vissuta con consapevolezza e maturità, può diventare un'occasione per rafforzare i legami e conoscere meglio sé stessi. Imparare a gestirla in modo sano è un percorso che permette di vivere le relazioni in modo più equilibrato e sereno.

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